Scene di vita vissuta.

— Novantasei!

Siamo al banco dei salumi. Chi grida è il salumiere.
Tocca al 96, tu hai il 97 e speri che il 96 abbia fatto un incidente schiantando il suo carrello della spesa nella corsia dell’acqua.
Sorridi perché sei perfido.

— Novantasei!

Daaaai, incidente nella corsia delle uova!
Avanzi di mezzo passo, tieni pronto il tuo 97 non tra il pollice e l’indice —eh no— ma tra l’indice e il medio, come fanno i veri bomber. Stai all’erta, già felice di esserti risparmiato quei cinque minuti di attesa. Sei pronto a alzare la mano e dichiarare il tuo: “qui!”

— Qui!

Macazzo. Niente distaccamenti di iceberg di acqua frizzante. Niente rottura di uova stile estinzione dei dinosauri. Il 96 è vivo ed è una vecchietta che avanza al banco tirandosi dietro il carrellino.

— Che le faccio, signora?
— Duecento grammi di crudo, tagliato fine!

Ah, te lo devi ricordare anche tu di chiedere la fetta fine. L’ultima volta ti hanno fatto delle sottoscarpe, non delle fette di prosciutto. “Ma hai comprato cuoio, non prosciutto!”, aveva sentenziato la tua dolce metà. L’amore è fatto di santa pazienza.

— Fine così, signora?
— No, più fine!

Butti un occhio. Il salumiere toglie un’altra tacca e taglia. Praticamente trasparente.

— Va bene così, signora?
— No, provi ancora! Voglio le fettine fini!

Non è possibile. Il prosciutto viene polverizzato dalla lama.

— Signora, non posso fare di più. Le va bene come prima?

La signora Novantasei si rabbuia. Tu lo sai: lei vuole la fettina fine fine perché così ci sono più fettine. Quando hai una pensione povera la vita è dura.

— Eh va bene.

Taglio, consegna, altro?, no, buona giornata signora, altrettanto.

Tocca a te.

— Novantasette!
— Qui!
— Che le faccio?
— Trecento grammi di parma. Spesso normale, per piacere.

The end.

Ogni tanto non capita anche a te di buttare un occhio in cerca dell’offerta, o anche solo di soppesare attentamente i pro e i contro di prendere il pesto che costa due centesimi al litro in più? Sossoldi.

A me capita ancora, e sto cercando di perdere questo tic.

Ti spiego.

Andare al supermercato è una di quelle scocciature necessarie nella vita che tolgono tempo alle cose che invece voglio fare.

  • Meno tempo al supermercato, più tempo con mio figlio.
  • Meno tempo al supermercato, più tempo per scrivere post nel mio sito.
  • Meno tempo al supermercato, più tempo per migliorare le finanze.

Facciamo un giochino: supponiamo che tu sia pagato/a 30€ l’ora per lavorare le solite 8 ore al giorno, ma di dover sacrificare delle ore lavorative per fare la spesa.

Grossomodo hai queste due strategie:

  1. puoi comprare sempre le solite cose, sbrigartela in un’ora, e pagare il solito scontrino da 100€. Ti rimangono 7h per lavorare.
    • 7*30-100 = 110€
  2. oppure puoi impegnarti e trovare sempre il prodotto più economico, metterci 2h, e pagare solo 80€ (un rotondo 20% in meno). Però hai solo più 6h per lavorare.
    • 6*30-80 = 100€

Ecco. Nonostante il risparmio veramente notevole, hai probabilmente comprato qualche prodotto del menga e soprattutto hai rinunciato a essere pagato/a per qualcosa che sai fare veramente bene: il tuo lavoro.

Pensa un po’: se invece quello fosse stato tempo libero da dedicare a ciò che ti piace fare nella vita? Ancora peggio!

Arrivo alla conclusione di stasera: dai la massima importanza a ciò che vale veramente il tuo tempo.

Non perdere tempo in cazzate.

E risparmiare sui centesimi, signori miei, è una autentica cazzata.

Un abbraccio,

/PsB

Post scriptum
Predico bene e razzolo male. Ecco come ho perso tempo dopo aver finito di scrivere. Maledizione!

Io:
Fammi l’immagine di un salumiere che taglia una fetta di prosciutto crudo così fine che è trasparente, e una vecchietta che osserva tenendo in mano il numero 96

Gemini:
salumiere obi wan kenobi

Niente, il salumiere padre di obi wan kenobi e la vecchietta del bingo vi augurano buona notte.