Seduto al tavolo del pub aspetto l’amico mio d’infanzia.
Da pirla consumati scegliamo il momento peggiore di ogni anno per rivederci, il resto dell’anno siamo distratti dalle solite cose.
Però il periodo tra Novembre e Dicembre per noialtri non giovani/non vecchi è così tossico che sentiamo il bisogno di staccare e vedere gli amici di sempre. Se fosse un periodo piacevole non l’avrebbero chiamato “Black Friday”, Venerdì Nero.
(L’hai preso il regalo a zia Genoveffa, quella che ti manda le immagini di buongiorno e kaffèèèè e buonanotte e baciiiii? Vedi che te lo sei dimenticato?)
Ritorniamo al tavolo, ché l’amico è arrivato, ha sbuffato, e si è tirato dietro la cameriera per le ordinazioni:
- una Martin’s IPA,
- una Guinness,
- patatine poi vediamo.
La Guinness è sempre bella da vedere: io rimango imbambolato a osservare come la schiuma risale lentamente e fa un ricco effetto cappuccino. Mesmerizing.
L’amico mio è uscito dalla città ed è tornato a vivere in zona: casa con giardino, aria pulita, meno stress, e vecchi invecchiati. “Sai il motivo per cui ci raccomandavano di fare figli da giovani? Non perché siamo noi a dover badare a loro, ma perché saranno loro a dover badare a noi!”
Eh, ma cosa facciamo noi per loro? Più in generale: cosa fa la società, lo Stato, per i bambini?
Vogliamo bene ai nostri figli?
A questa domanda ho una risposta: nel cassetto fiscale dell’agenzia delle entrate ho cliccato su Destinazione delle imposte.
Guarda:
Istruzione, lavoro e ambiente sono le spese per il futuro. Gli investimenti, se vuoi, dei cui frutti ne godrà la fascia più giovane della popolazione.
Previdenza, sanità, interessi sul debito, case sono le spese per il passato. Spese e basta i cui frutti sono destinati alla fascia più anziana della popolazione.
Ma sei sicuro?
Ho categorizzato con l’accetta e tralasciato tanti casi particolari, questo è il ragionamento:
- la sanità pubblica è una gran cosa di cui dovremmo andare fieri, però è innegabile che i principali utenti siano i vecchi: i giovani non sono assidui visitatori degli ospedali.
- gli interessi sul debito sono dei soldi che noi, ma anche i nostri figli, pagheremo per aver consentito alle generazioni precedenti di andare in pensione con il sistema retributivo. Una condanna biblica. Stiamo parlando del 10% delle nostre tasse, soldi buttati via.
- le case (“abitazioni e assetto territoriale”) sono una cosa tremenda: una volta costavano poco (se ne costruivano anche di più) e le generazioni precedenti erano proprietarie. Oggi il loro prezzo è folle, e molti affittano. A chi vanno i soldi dell’affitto? A chi ha comprato quando era possibile farlo senza spargimenti di sangue: le generazioni precedenti. Lo Stato non sta abbassando i prezzi, ma al contrario li sta mantenendo alti. Questo trasferimento di ricchezza dai giovani ai vecchi non si vede nel grafico qui sopra, ma c’è ed è enorme.
Bene. Sarai d’accordo con me che non facciamo un granché per i giovani: a dir tanto, un 23%.
Contro un generoso 54% di attenzione verso gli anziani.
Come la schiuma della Guinness, lo Stato fa salire verso le fasce più anziane la maggiore parte dei soldi delle tasse raccolte dai lavoratori. Mesmerizing.
Come facciamo a volergli bene?
Ne ho ragionato con l’amico mio (noi nel frattempo siamo al terzo giro). La conclusione è che ai nostri bimbi ci dobbiamo pensare noi.
Veniamo al grano.
Lui ha due figli. Al primogenito hanno fatto il classico libretto di risparmio.
Per il secondogenito gli ho consigliato di fare quello che ho fatto io con mio figlio:
- Apri un conto per tuo figlio su un roboadvisor, a patto che non sia italiano, e fai un PAC 90/10 globale.
- Prendi i quattro soldi che lo Stato ti elargisce (Assegno Unico Universale) e fai un bonifico periodico su quel conto.
Egli: — Ma cos’è un pacck?
Io: — Piano di accumulo. Una maniera italiana per dire soldi investiti.
— Ma cos’è il novantadieci globale?
— Un portafoglio di investimento composto al 90% da azioni di tutto il mondo, 10% da titoli di Stato di tutto il mondo.
Sorso di birra.
— Ma cos’è un roboadvisor?
— Un computer che investe al posto tuo. Guarda, io uso questo…
Cellulare e pagina web di Indexa Capital.
Ma perché un roboadvisor?
Indexa Capital è un roboadvisor che mantiene automaticamente un portafoglio composto dal 90% di azionario globali e un 10% di obbligazionario globale.
Siccome è tutto automatico io non devo preoccuparmi di niente. Ho impostato un bonifico automatico mensile di 50€ e mi sono dimenticato della faccenda. Zero sbatto, come piace a me.
Se la tua banca ti fa pagare i bonifici automatici: cambia banca! Qui trovi il thread di FinanzaOnLine dove trovi il link a google sheets con la lista dei conti correnti disponibili in Italia. Guarda la colonna “Bonifici permanenti” (sono quelli ricorrenti). Io ho BBVA e ti confermo che non si pagano.
Se questo consiglio al mio amico glielo avessi dato 20 anni fa, chi sarebbe più contento oggi?
Il primo figlio col libretto di risparmio o il secondo su indexa? Per me il secondo, tu che dici?
Ma perché un roboadvisor non italiano?
Perché un roboadvisor italiano è in regime fiscale gestito: ogni fine anno vanno pagate le tasse (26% del guadagnato).
Un roboadvisor non italiano è in regime fiscale dichiarativo: la tassa è sempre del 26% sul guadagnato, ma va versata solo al momento di ritirare. E ti tocca probabilmente andare dal commercialista.
Sembra una cosa da nulla, ma la differenza c’è perché rompiamo le palle a Sua Maestà l’Interesse Composto!
Un esempio grossolano: capitale iniziale 1000€, versamenti mensili 50€, interesse 5%, tasse incluse:
Sì, l’Italia sta uccidendo le proprie imprese finanziarie. So che te lo stai chiedendo, e me lo chiedo anche io. No, non ha senso.
Ma dove sta la fregatura?
Ma è impossibile che non ci sia la fregatura…
Eccola: è l’imposta sui capitali detenuti all’estero (IVAFE), 4 per mille del totale.
Errata corrige: L’IVAFE è (ancora) al 2 per mille, 4 per mille nei paradisi fiscali.
Una di quelle tassettine inutili del caz* che fa da contraltare all’imposta di bollo sui capitali italiani, 2 per mille del totale. Nel grafico sopra sono già state considerate.
Il problema è che per dichiarare l’IVAFE senza sbatto ti tocca pagare il CAF o il commercialista: se non ci vai già per altri motivi, una spesa extra di 50€/anno è in grado di rovinarti l’appetito:
Io sono senza commenti e le birre sono finite. Ci si becca la prossima settimana.
Un abbraccio,
/PsB