Tu magari non c’eri, perché sei giovane. Io c’ero, però sono giovane dentro, giuro.

Correva l’anno 2001, la galaverna aveva mollato la presa, c’era aria di primavera!

L’antefatto

Era primavera e nel salotto di Bruno Vespa —immortale come i suoi plastici: i rompicoglioni non muoiono mai— l’uomo più ricco d’Italia firmava il “Contratto con gli Italiani”:

  1. solo due aliquote IRPEF: 23% e 33%.
  2. disoccupazione dimezzata: dal 9% al 4,5%.
  3. ponte sullo stretto.
  4. pensione minima a 516€/mese.
  5. poliziotto di quartiere.

Questo dopo che miracolosamente Romano Prodi e il gigantesco Carlo Azeglio Ciampi erano riusciti nell’impresa titanica di far entrare l’Italia nell’Euro ed evitarci un tracollo economico.

Il fatto

Fu, come si suol dire, un plebiscito: gl’italioti abboccarono. Era nato il governo Berlusconi II.

Ricordiamolo così:

silvio che fa le corna

Il post mortem

— Ok, ti sta sui coglioni.

Tremendamente. Gasparri, Salvini, Scajola, Meloni… tutti venuti da lì.

— Ma perché me lo racconti?

Perché l’ultimo governo Berlusconi è stato così disastroso che s’è poi fatto un governo Monti:

monti con il cane empy

L’unico momento del governo Monti in cui gli italiani hanno riso: la Bignardi gli molla un criceto a forma di cagnolino in braccio.

Elenco non esaustivo:

  • superbollo, che ha complicato la vita ai marchi blasonati italiani (non Ferrari),
  • IMU, sfociata in un aumento brutale degli affitti,
  • accise sui carburanti, ma noi siamo stati a casa (tiè),
  • aumento IVA, la tassa più iniqua ed evasa,
  • riforma Fornero, andava ormai fatta,
  • patrimonialinawait, what?

Patrimonialina

Ecco come si chiama la tassa che oggi paghiamo per il solo fatto di avere dei soldi da qualche parte.

Patrimonialina.

Inizialmente era 0,1%, poi 0,15%, poi 0,2%…

Oggi mi sfugge perché l’IVA sia ancora al 22% e la patrimoniale (“ina” un corno) sia solo salita.

Ah sì! Bisognava abolire la povertà

di maio e la cricca sul balcone

(silenzio.)

Le categorie di investimento

Non è soltanto la patrimoniale quello che l’algido Monti ci ha lasciato.

Il prof nel 2014 ha tirato una riga sulla lavagna, e ha separato i redditi finanziari:

  • di qua, i redditi da capitale.
  • di là, i redditi diversi.

I redditi da capitale

Questi sono intuitivi: sono quei soldi che arrivano periodicamente per il solo fatto di avere del capitale investito:

  • un conto corrente remunerato e/o conto deposito generano interessi.
  • un’obbligazione stacca cedole.
  • un’azione genera dividendi.

I redditi da capitale sono tassati al lordo: non sono deducibili le spese sostenute per produrre quel reddito (ad esempio le commissioni del broker).

I redditi diversi

All’epoca non c’era tanto timore di risultare discriminatori, finanche razzisti, tanto c’era AN.

Sono redditi diversi quei redditi finanziari che non sono redditi da capitale (duh).
Sono i guadagni derivanti dalla compravendita:

  • di azioni,
  • di obbligazioni,
  • di ETC (Exchange Traded Commodities),
  • di ETN (Exchange Traded Notes),
  • e anche di immobili (se vendi entro 5 anni dall’acquisto).

I redditi diversi sono tassati al netto: prima di pagare le tasse bisogna togliere le spese. Se il totale è negativo (perdita, o meglio: minusvalenza):

  • non paghi tasse (e meno male…)
  • puoi conservare la minusvalenza per 4 anni: quando avrai un guadagno (plusvalenza) potrai sottrarre la minusvalenza, e pagherai le tasse solo sul rimanente.

La stranezza: i fondi e gli ETF

Ho sempre tantissima difficoltà a capire queste due frasi:

  1. Il guadagno (plusvalenza) derivante dalla compravendita di quote di un ETF è reddito da capitale.
  2. La perdita (minusvalenza) derivante dalla compravendita di quote di un ETF è reddito diverso.

— Ma non ha senso!

Appunto.

— Prendiamoli come postulati.

D’accordo. Anche io preferisco non sapere.

Perché è importante

Dai redditi da capitale non puoi dedurre le minusvalenze. Per definizione non possono produrre minusvalenze: sono interessi, cedole, dividendi.

Redditi da capitale e redditi diversi sono due categorie separate. Ci sono due processi completamente distinti per pagare le tasse.

E poi ci sono i fondi/ETF che subiscono vivisezione con inutili sofferenze (nostre).

Regole pratiche

Ecco un bignami di regole da tenere sempre a mente prima di premere quel pulsante Sell:

  1. Non puoi dedurre le commissioni del broker quando compri ETF.
    Cornuto e mazziato: non solo paghi 10 per ricevere 9, ma sei tassato come se avessi ricevuto 10.
  2. Giammai vendere un ETF in perdita.
    Non potrai compensare la minusvalenza con plusvalenze generate da ETF.
  3. Se dovesse malauguratamente capitare: la minusvalenza dura 4 anni.
    Puoi cercare di recuperarla vendendo azioni singole, ETC, ETN in positivo. Ma devi averceli e devono essere in positivo.
    • bonus dei lazy portfolios: di solito hanno degli ETC (oro, materie prime, cripto), che possono “mangiare” la minusvalenza quando si ribilancia.
  4. Prima la minusvalenza, poi la plusvalenza!
    Se realizzi prima il guadagno e poi la perdita, pagherai le tasse sull’intero guadagno e ti terrai la perdita! (Cornuto e mazziato)^2.
  5. Le case si vendono dopo 5 anni.
    Te lo ricordo per evitarti un potenziale bagno di sangue, perché normalmente le cifre sono grosse.

Conclusione

Nel post precedente abbiamo visto la differenza tra:

  • tassa sulla plusvalenza
  • tassa sul capitale (patrimonialina)

In questo post abbiamo visto le due categorie di redditi tassati:

  • redditi da capitale (+ plusvalenze ETF)
  • redditi diversi (+ minusvalenze ETF)

Direi che siamo pronti: il prossimo post sarà quello dove facciamo un esempio di 730 con:

  • un ETF (es: VWCE)
  • un ETC (es: SGLD)
  • una criptovaluta (es: BTC)

Un abbraccio,

/PsB